No ho mai amato troppo il collezionismo.

Ogni collezionista, parto da questo presupposto, si avvale delle proprie competenze storiche, artistiche, anche mediatrici e commerciali in generale, per strappare al prezzo migliore possibile un’opera che lui, e una sua cerchia affine, considerano opera rara. Ora, nell’arco del collezionismo troviamo tante latitudini di contenuto: un ragazzino colleziona volentieri dei modellini di un videogioco che gli piace. Qui la competenza artistica poco c’entra, e il valore commerciale e la rarità dell’oggetto giocano l’unico ruolo discirminante nella scelta e nella conservazione dei pezzi.

C’è poi il bibliotecario, il collezionista di volumi. Come non pensare all’immenso valore sociale e formativo che ebbe la biblioteca di Monaldo Leopardi sul giovane Giacomo. E ho parlato di “sociale” non perché Giacomo meriti un plurale maiestatis, ma perché la biblioteca era, se non aperta, apertamente consultabile da chiunque lo richiedesse. Lasciatemi passare l’enfasi terminologica, diciamo che chiunque poteva accedervi, idealmente, anche se poi il ceto gioca un ruolo più discriminante dell’entrata a pagamento e degli antifurti, in certi contesti.

Ma comunque, si può dire che tra il bimbo con le sue statuine e il bibliotecario ci sia una disparità di preparazione evidente, un tempo di reperimento diverso, un impiego di molteplici risorse che diventa massimo in Monaldo Leopardi e minimo nell’altro suo giovane emulo.

Che posto occupa la filatelia in tutto ciò?

Innanzi tutto vorrei dire che trovo la filatelia un ramo del collezionismo davvero entusiasmante e a tratti spassoso. Se pensiamo con distacco cinico a Gaston Leroux, collezionista che nel 1882 fu trovato morto nel suo appartamento, e la ricostruzione del movente portò dritta al celeberrimo “2 centesimi delle Hawaii”, i fatti cominciano a colorarsi di chiaroscuri.

Per la filatelia servono competenze innanzi tutto storiche molto precise. Come in realtà tutte le forme d’arte, anche se in questo caso la maniera passa vertiginosamente in secondo piano rispetto alla conoscenza storica. Proseguo nella prossima puntata.