Cosa causa l’ispirazione di una grande opera? Cosa stimola l’immaginario umano?

Sono queste le domande a cui tentano di dare una risposta gli ideatori della mostra su Ariosto in corso a Ferrara. La città in cui sono nato e che oggi vuole omaggiare i cinquecento anni della prima edizione de “L’Orlando furioso”, redatta e pubblicata proprio nell’antica corte estense. I curatori si sono domandati cosa vedesse il poeta emiliano quando chiudeva gli occhi, quale fosse la causa di questa grandiosa fantasia ricca di avventure, magie e misteri. Attraverso una vera e propria rassegna d’arte fatta di oggetti e dipinti provenienti da tutto il mondo, si viene trasportati in un viaggio attraverso l’universo ariostesco, fatto di battaglie, incantesimi e amori.

Quale può essere la causa scatenante di questo immaginario?

Certamente avranno influito le opere di grandi autori, libri, manoscritti miniati e la vita presso la corte estense. Ritengo, tuttavia, che non sia affatto un caso che uno dei più grandi poemi cavallereschi sia nato proprio in questa città.

Ferrara con le sue vie caratteristiche, i suoi volti e specialmente la sua nebbia, che avvolge fitta il paesaggio, assume un aspetto surreale e non può che essere causa di uno stimolante spunto per un artista.

Non fatico quindi a immaginare Ariosto collocare tra le nebbie il volo dell’ippogrifo o una battaglia tra cavalieri e mostri marini per salvare le amate dame. Anche il magnifico Castello Estense, ancora oggi circondato dall’acqua, non può che richiamare alla memoria gli inespugnabili castelli del mago Atlante.

Mi colpisce sempre pensare come la mente umana possa trasformare uno scorcio di vita quotidiana, nella causa e ragione di ispirazioni che portano poi al compimento di opere straordinarie. Nel caso di Ariosto parliamo di una città, ma spesso la causa di grandi fervori sono gli amori perduti, le speranze per il futuro, i viaggi lontani come le esperienze più vicine.

Tutto in realtà può essere causa e motore di quella scintilla che l’artista riesce a tramutare in poesia. Tutto ciò che ci colpisce. Tutto ciò che ci appassiona.