Non si può parlare di società senza passare per le persone che la popolano, fra luoghi, tradizioni e sogni. Elementi di una valutazione umana della società.

Londra sta rinforzando il suo passato, pur proiettandosi nel futuro e continuando con la sua tendenza anticipatrice del cambiamento. Ci sta pensando la Londra accademica, oltre a quella artistica. Nello specifico la Senate House Library della University of London, che ho visitato e frequentato a lungo nel mio passato londinese.

Come avevo già ricordato in un articolo precedente, la City in questo periodo è attraversata dalla ricorrenza dei 500 anni dalla pubblicazione di uno scritto cinquecentesco: L’Utopia, di Thomas More. Con quest’opera More ha dato i natali al neologismo utopia, un termine volutamente ricco di ambiguità e circondato da un’aura di critica sociale per il periodo in cui è stato coniato. More parlando dell’Isola di Utopia, parlava dell’Inghilterra dei Tudor e di un modello politico, economico e sociale astratto, isolato e concentrico.

Utopia e distopia nella società inglese

L’Università, in concomitanza con gli altri eventi, ha creato una mostra gratuita all’interno della Senate House Library. Dal titolo “Utopia and Dystopia“, intende esplorare come l’umanità ha sognato e sperimentato il concetto di società perfetta. La cornice della biblioteca è veramente suggestiva. Simbolicamente sorge nell’edificio che fu sede del Ministero dell’Informazione durante la Seconda Guerra Mondiale e della Giustizia poi. Un raccordo di elementi del controllo sociale caratteristici della visione recente delle società distopiche, più che utopiche.

La mostra intende esplorare proprio questo incrocio di elementi, partendo dalle utopie politiche e sociali inglesi, passando per quelle sudamericane e africane della seconda metà del ventesimo secolo. Il percorso continua linearmente con le riforme sociali inglesi, francesi e statunitensi, fuse con i concetti di utopia e distopia nella visione sempre più attuale della cultura popolare.

Al di fuori della mostra, per coinvolgere il più possibile la popolazione e in generale i frequentatori della biblioteca, gli organizzatori hanno creato un workshop in cui gli ospiti potranno dare maggiore sfogo artistico alla proprie speranze e alle proprie paure, raffigurandole in pitture e murales assieme a numerosi artisti di strada londinesi radunati per l’occasione. Uno spunto interessante per giungere alla raffigurazione personale di utopia e distopia.

Partendo da un elemento letterario tradizionale si è arrivati a esplorare le visioni attuali e future della società. Un omaggio che More non si sarebbe mai aspettato, ma per fortuna fra i suoi posteri ci sono numerose persone in grado di apprezzare e valorizzare la cultura”locale”.

Uno sforzo di valorizzazione che credo sia necessario in una città globale e multiculturale come Londra.