Era Desiderio Erasmo il vero nome di Erasmo da Rotterdam, che nacque a Rotterdam nel 1466 e fu uno dei più famosi umanisti del suo tempo. Erasmo si laureò in teologia all’Università di Torino ma si sentì sempre più scrittore e filologo che teologo.

Preparò l’edizione di alcuni padri della Chiesa tra cui Agostino e scrisse un testo critico del Nuovo Testamento tradotto dal greco al latino. 

Rimase neutrale nella lotta tra protestanti e cattolici rimanendo così abbastanza inviso a entrambi. 

Lo studiamo a scuola ancora oggi e siamo abituati a riconoscere l’”Elogio della pazzia” e forse qualcuno anche “il manuale del Milite Cristiano”. Contro la negazione totale della libertà umana sostenuta da Lutero, Erasmo scrisse anche il “De Libero Arbitrio” e sulla pedagogia scrisse il “De ratione studi”. 

L’elogio della pazzia

Quel che è più interessante dell’Elogio della pazzia è l’uso del sarcasmo per denotare la decadenza morale del suo tempo e specialmente della Chiesa. La pazzia che Erasmo introduce è l’illusione, l’incoscienza, l’ignoranza contenta di sé, in breve la menzogna o l’impostura di cui l’uomo si ammanta per nascondere la cruda realtà. 

La parte centrale dell’Opera è quella che riguarda la critica della religiosità del suo tempo. 

Invece nel sopracitato manuale del Milite Cristiano la fede religiosa che forma il soldato di Cristo è contrapposta alla cultura teologica, che forma il teologo. Ecco che la lettura e l’interpretazione della Bibbia diventano l’arma che può rendere il Milite Cristiano molto più forte e incisivo. 

Uno dei pensieri cardine più affascinanti che Erasmo da Rotterdam propugna è quello della rinascita della natura umana che lo rende senz’altro affine a molti altri filosofi del suo tempo. La rinascita della parola di Cristo è fortemente contrapposta secondo Erasmo da Rotterdam alla Sapienza teologica, quella che concede di vincere le dispute ma che non consegna Fede né Carità. 

Ecco perché oltre al Nuovo Testamento Erasmo andò a ripescare i padri della Chiesa, mentre cerco sempre di allontanare la filosofia scolastica. Il rinnovamento della coscienza cristiana prendeva così una via non scismatica, e questo rende più chiaro perché il filosofo di Rotterdam si opponesse sia ai luterani sia ai cattolici.