Quando iniziamo la visione di un film o di un’opera d’arte in modo casuale, o per meglio dire a scatola chiusa, siamo consapevoli del fatto che non abbiamo certezze.

Tutto il nostro senso critico in quel momento viene convogliato direttamente nell’opera d’arte. Ci serviremo del nostro raziocinio appieno, così come anche le nostre esperienze. Non faremo sconti a ciò che vedremo perché non abbiamo un rapporto affettivo con il regista, ad esempio, o con qualche attore, e non abbiamo studiato la poetica di chi sta producendo l’opera d’arte.

In un certo senso, quando guardiamo un’opera d’arte a scatola chiusa siamo formalmente incentivati alla critica.

Ma nella lirica no

Questo nell’opera lirica succede in modo diverso.

Davide  Livermore è un regista ormai entrato a pieno titolo nell’empireo dei Famosi. Una star del settore, un inarrivabile, uno per cui si spende volentieri quella piccola quota in più di biglietto. Certo, i veri protagonisti dell’Opera sono i cantanti e a differenza ad esempio del cinema, la regia e la scenografia passano in secondo piano, per i neofiti almeno.

Per i melomani invece tutto conta, tutto è importante, così come la presenza di star anche nel livello meno immediato della rappresentazione (come gli scenografi).

Perché qualcuno fischia Davide Livermore?

Mi sono messo a fare queste riflessioni perché ho sentito che alla prima del Macbeth al Teatro alla Scala di Milano la regia di Davide Livermore fischiata. O meglio, che ha totalizzato qualche “buh”, ma poi le cronache hanno gonfiato come sempre la notizia.

Chiediamoci che cosa ha preso il pubblico. Che non sapessero di avere a che fare con un po’ stressato? Che la mondanità abbia prevalso sulla melomania?

Mi è venuto in mente però che probabilmente la riapertura dell’opera dopo un lungo periodo di restrizione può rappresentare un’occasione appunto mondana anche per chi di Opera non è prettamente appassionato. 

Sono proprio queste persone a vedere un Macbeth con occhi puri e non viziati dal fatto di essere di fronte a una grande Star.

Questa è stata la prima riflessione che ho fatto, perché a me li vengo a me piace e pur non avendo visto lo spettacolo mi pare improbabile che abbia scontentato così visceralmente.

La seconda interpretazione è che stavolta il grande regista possa aver toppato. In fondo, capita.