Certo una delle più indicative per quanto riguarda le opere palladiane, la Villa detta Rotonda a Vicenza non vede troppe energie impiegate nel proprio battesimo popolare. Rotonda è, in effetti, come pianta e come tendenza, nel suo chiaro citazionismo al Pantheon e alla sua circolare monumentalità.

La Villa detta Rotonda

Una discreta novità, per gli anni ’60 del ‘500. La pianta centrale siamo abituati a conoscerla a quell’epoca quasi solo associata all’edilizia religiosa. Pensiamo non solo al Pantheon, anche ai vari battisteri circolari in diversi posti italici. Anche se in realtà nella non così lontana Mantova troviamo ancora oggi la casa di Andrea Mantegna, pure questa esempio di architettura tonda e residenziale.

La villa era destinata al canonico e conte Paolo Almerico. Dalla sua esperienza curiale romana, come referendario apostolico sotto i papi Pio IV e Pio V si ritirò. Dalla fastosa e diplomatica Roma, con i suoi intrighi e nefandezze, l’ex referendario apostolico passò a una vita agreste, ma non coniugando come da virgiliana e varroniana memoria dei solidi valori personali a una produttività agricola di un certo rilievo, anzi: Palladio annoverò la villa tra i palazzi da lui costruiti, e non tra le ville. In quanto residenza suburbana, non meritava il titolo di villa, perché, almeno originariamente, l’agricoltura non l’accompagnava come residenza non cittadina. Questo Palladio lo dice implicitamente, nei Quattro libri dell’architettura pubblicati a Venezia nel 1570 E così Almerico tornò alla natia Vicenza per farsi costruire, grazie la patrimonio accumulato, una sorta di palazzo suburbano, o meglio palazzo bucolico, appena fuori dalla città.

La pianta: un quadrato e una croce greca

Rotonda è d’aspetto, ma la pianta di questa villa è quadrata, con iscritta nel quadrato una croce greca. L’ubicazione è sopra un colle appena fuori dalla città, a rimarcare l’esigenza più estetica e residenziale che non quella della fruibilità agricola.