L’antonomasia dell’amicizia.

Cosa riempie questo contenitore, ogni insegnante lo decide concedendo, chi più e chi meno, alla propria storia di studi personale, ovvero alle proprie inclinazioni.

Achille e Patroclo

Per qualcuno quindi sono i romanissimi Eurialo e Niso, per qualcun altro i bellicosi greci Odisseo e Diomede, che aggregano le proprie capacità tattiche per un comune obiettivo. C’è poi chi fa leggere i conteporanei, da Fred Uhlman con il suo Amico Ritrovato, che ho letto contendersi strettamente la cima dell classifiche con il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. Qui l’amicizia assume delle forme vagheggiate e romanticheggianti, quindi manteniamoci sull’antichità e andiamo dove il vagheggiato diventa non-detto, dove l’eroico la fa da dominatore: chi sono Achille e Patroclo, in questa prospettiva?

Gli amici/amanti

Un aspetto che va considerato è la manifesta omosessualità del mondo greco eroico, che come ormai gli storici hanno deciso quasi unanimamente, è assodata.

Achille e Patroclo avevano quindi ben più di una condivisione di interessi in corso, ben più di una stima reciproca caldeggiata dai commilitoni aristocratici dell’esercito acheo. Per questo la morte di Patroclo a cui sto pensando è in questo momento quella della Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria a Firenze.

Nulla di vago in quell’espressione immobile e desolata che prende le virili fattezze di Menelao, il primo a trovare il corpo del giovane: il morto giace con femminea grazia tra le sue braccia, trafitto dal ferro nemico, che non tornerà più sulla nera terra, triste presagio del ben più lugubre aldilà. Vediamo l’immota lontananza del guerriero che lo regge, ma il suo sguardo è lontano, a presagire l’ira funesta che seguirà. Lo sguardo di Menelao non è quindi addolorato per una singola morte, ma anche presago di sventura.

Una illustre copia

In chiusura, va detto: stiamo parlando di una copia romana da originale greco, regalata da Pio V a Cosimo de’ Medici.