Il rituale aiuta la nostra consapevolezza? Ne sembrano convinte le filosofie orientali. Invece durante l’epoca della riforma luterana assistiamo a un fenomeno fortemente contrapposto, che è quello del rifiuto di diverse forme di cerimonie e rituali. 

Zwingli 

Per il riformatore svizzero Zwingli la stessa eucaristia è una pura cerimonia simbolica: il corpo di Cristo non è il corpo reale, ma la comunità dei fedeli che diventa veramente il corpo di Cristo nell’atto di rievocare simbolicamente nella cerimonia il sacrificio di Cristo. 

Zwingli come Lutero sostiene infatti che è importantissimo impegnare l’uomo nella vita sociale: solo qui l’uomo può compiere le opere buone che rivelano una grazia giustificatrice. 

Mentre Lutero si era fermato al conservatorismo e aveva combattuto i movimenti della piccola nobiltà e dei contadini che in nome degli ideali della riforma avevano cercato di sottrarsi ai privilegi feudali, Zwingli vuole rinnovare la vita politica e sociale con un ritorno alla società cristiana originaria. Anche se la comunanza dei beni non può realizzarsi che tra santi e non può avvenire probabilmente in questo mondo, con la beneficenza ci si può avvicinare a questo stato perfetto. 

Ecco che la riforma religiosa viene trasmigrata sul piano sociale e diventa uno strumento di rinnovamento.

Calvino

Fondamentale questo tipo di pensiero per Giovanni Calvino, che però si concentrò di più sull’assoluta sovranità di Dio e ne derivò il lavoro come dovere sacro.

Il principale problema di Calvino fu che promosse una sorta di regime teocratico che si realizzava nella sua idea mediante regolari elezioni democratiche.

Purtroppo vediamo che ha seguito quel che professava nel suo magistero religioso a Ginevra. Non dimostrò mai particolare clemenza per le visioni alternative alla propria: non sono mandò a morte 48 persone per ragioni religiose ma anche il noto medico spagnolo Michele Serveto, che venne bruciato sul rogo per aver dato alle Scritture delle interpretazioni che arrivavano a negare la trinità. 

Misticanza

Come in ogni riforma che si rispetti abbiamo avuto poi correnti mistiche, ma qui il confine tra simboli e rituali diventa molto sbilanciato: se un rituale può portare alla piena consapevolezza, ben venga. 

Ma, forse come le filosofie orientali sulle quali preferisco non sbilanciarmi perché le conosco poco, un’adeguata preparazione del religioso è fondamentale anche e soprattutto dal punto di vista mentale e quindi strettamente individuale e non collegabile a nessun rituale esteriore.