Una moda esplosa grazie alla diffusione delle arti figurative giapponesi anche nel Vecchio Continente: Il Giapponismo è una linea di design e di preferenza estetica che si sviluppa dalla fine del 1800, così come si racconta nella mostra “Giapponismo, Venti d’Oriente nell’arte europea. 1860 – 1915”.

La diffusione del giapponismo

Iniziarono con le ceramiche nella seconda metà dell’Ottocento. IL commercio su scala globale ha da sempre favorito la diffusione di manufatti per l’arredamento, più curioso è invece il destino delle arti figurative giapponesi: questi vasi erano, pare, incartati con illustrazioni, disegni, xilografie, tutte testimonianze sia della maniacalità dellEstremo Oriente per il packaging di gusto, sia del design bidimensionale nipponica.

E da qui il giapponismo prende piede, con tutte le derivazioni culturali che le mode esterofile possono creare.

Rovigo, palazzo Roverella

Questa la sede della mostra, che si terrà dal 28 settembre 2019 al 26 gennaio 2020, per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi.

In dettaglio, gli autori

Come rivela l’ufficio stampa della mostra:

Accanto ai capolavori di Gauguin, Touluse Lautrec, Van Gogh, Klimt, Kolo Moser, James Ensor, Alphonse Mucha si potranno ammirare le tendenze giapponiste nelle opere degli inglesi Albert Moore, Sir John Lavery e Christopher Dresser; degli italiani Giuseppe De Nittis, Galileo Chini, Plinio Nomellini, Giacomo Balla, Antonio Mancini, Antonio Fontanesi e Francesco Paolo Michetti con il suo capolavoro La raccolta delle zucche; e ancora i francesi Pierre Bonnard, Paul Ranson, Maurice Denis ed Emile Gallé; i belgi Fernand Khnopff e Henry Van De Velde.

Per chiunque amasse l’esotico. Ma anche la genealogia del suo impatto.