Bund non olet?

Si parla di spread

Si è visto nella giornata di oggi lo spread sopra i trecento punti e le Borse assai scettiche. Mi è impossibile non commentarlo, per quanto mi sia ripromesso di non affrontare tematiche strettamente d’attualità.

O siamo contaminati dall’animale politico che regna in noi, ma non è una questione troppo mio interesse. Piuttosto, noterei ancora una volta di come la finanza guardi strettamente alla stabilità di governo, e ai contenuti di governo, per orientarsi nelle sue scelte.

Finanza per tutti, anche i reticenti

E queste ultime sembrano a chi non si occupa proprio del settore, a volte, estremamente aleatorie.

Poi, vorrei aggiungere alla vanitas vanitatum, che però un interessamento del popolino per le dinamiche finanziarie non può che essere un accrescimento del sapere collettivo.

Momenti bui

Poco oltre le 5 e mezza però la Borsa di Milano chiude in calo con Ftse Mib a cedere il 2,65%. Addio a 17,2 miliardi di capitalizzazione.

Non darò soddisfazioni a nessuno e non dirò oltre sulla contingenza, ricordo solo l’episodio nel quale il buon Tito, figlio di Vespasiano imperatore, riproverò il padre per aver tratto una tassa cospicua dai “vespasiani”. I raccoglitori di urina ai lati delle strade infatti avevano portato nelle casse statali una discreta somma, a quanto pare sventolata dal pater Vespasianus di fronte al figlio.

“Questi soldi che odore hanno?” “Nessuno, padre” (risponde Tito, animoso condottiero noto per il massacro giudaico).

“Sai perché? Pecunia non olet”. E qui mi taccio.