Regio Decreto n. 532 del 31 maggio 1914, approvato il regolamento che rende esecutiva la Legge Facta: in Italia viene istituita la censura cinematografica.

5 aprile 2021: dopo oltre un secolo di tagli di film, roghi, veti, viene infine abolita la censura cinematografica, e al suo posto istituita “la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura con il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori”, come riporta ANSA.

Divisione dei film per fasce d’età

Insomma, l’antico principio della negazione a priori della visione diventa una divisione per fasce d’età.

Ci sono i film vietati ai minori di 6 anni, quelli vietati ai minori di 14 anni, ma i 12enni possono entrare se accompagnati da un genitore.

Infine, quelli vietati ai minori di 18 anni, ma i sedicenni possono entrare se accompagnati da un genitore.

Non vedo francamente i risvolti negativi in tale classificazione, considerando anche il fatto che l’accesso ai film non è più strettamente vincolato al cinema. un minore può quindi accedere a tutto il materiale che vuole, il che rende la commissione valutativa più uno strumento per i genitori che vanno al cinema e non sanno cosa aspettarsi, che per i minori.

Le censure più buffe

Ricordiamo che la censura agiva sia durante la scrittura e la produzione, sia a film già svolto, sia in modo informale e, come riporta chi l’ha vissuto sulla propria pelle, a tratti minatorio.
È facile da capire, perché come la sovversione agisce a più livelli, così deve arrivare, a volo di falco, la censura.
È quasi buffo vedere alcuni dei titoli censurati, con gli occhi smaliziati di noi moderni.
Posso capire La Ricotta di Pasolini o La Dolcevita, ma tra i censurati illustri abbiamo anche Rocco e i suoi fratelli, o Totò e Carolina di Monicelli e infine il ben poco pruriginoso La spiaggia di Alberto Lattuada.

Liberi tutti!