Con l’umanesimo si ebbe una vera e propria riscoperta di Platone che andò a confluire nel cosiddetto platonismo rinascimentale.

Pensiamo a Petrarca, ad esempio. Si vede in lui il più artista tra i filosofi, il più affascinante tra i classicisti. Oppure si pensa a Petrarca come all’antagonista perfetto dell’aristotelismo dell’Ipse Dixit contro il quale si scaglia anche Galileo Galilei, insieme a tutta la filosofia Scolastica. 

Non per niente Petrarca cerca di esprimere con un pensiero capillare che traspare dai suoi scritti, con l’inquietudine dell’uomo e la complessità del reale. Platone viene riscoperto in seguito a questa rielaborazione, mutuata anche da Petrarca.

Platonismo o neoplatonismo, questo è il dilemma 

Può anche essere facile interpretare Platone e anche Plotino come potenziali filosofi esponenti di un cristianesimo in nuce. Certamente non sono esponenti di un Cristianesimo esplicitato, ma come voleva Dante nell’Inferno potrebbero esserne in qualche modo precursori.

Insomma ci fu una vera e propria appropriazione valoriale di Platone durante il Rinascimento. 

Le circostanze storiche

Anche alcune circostanze storiche contribuirono ad avvicinare gli spiriti a Platone. Ad esempio il Concilio di Ferrara e di Firenze del 1438 e 1439, dove si riunirono la chiesa greca e quella orientale, e anche la caduta di Costantinopoli nel 1453. Ciò significò un grandissimo afflusso di dotti esperti di lingua greca in Italia: abbiamo quindi le traduzioni degli scritti di Platone di Leonardo Bruni e di Marsilio Ficino, anche se in tutta onestà dobbiamo dire che l’interpretazione di Platone fu sostanzialmente neoplatonica (ecco perché abbiamo nominato Plotino).

Quindi, il platonismo rinascimentale fu un insieme complesso e multiforme di diversi elementi: non solo platonici e neoplatonici, ma anche pitagorici, cristiani, orfici ed ermetici.

E abbiamo di fronte a noi un altro esempio abbastanza lampante di come la filosofia davvero interessante rimanga viva e plasmabile in diverse epoche storiche, anche nell’ignoranza della versione originale.

Però in modo pur sempre seminale e molto sentito.