Non è commedia, non è tragedia e non è dramma satiresco. Poco sappiamo della farsa fliacica, se non qualche rara immagine rimasta impressa su vasi e cocci ritrovati in diversi scavi della Magna Grecia, specialmente nel sito di Selinunte.

Che cos’è la farsa fliacica?

La farsa fliacica era sicuramente di argomento misto, come narra Diodoro Siculo. Si parlava di argomenti seri e si mantenevano i protagonisti eroici, ma in un’accezione denigratoria e parodistica, con qualche somiglianza con i Fescennini, pochissima con il teatro greco di Siracusa.

Non è troppo azzardato quindi attribuire anche alla farsa fliacica un pezzo della paternità prima della commedia latina, e poi della commedia dell’arte nostrana.

I personaggi della farsa fliacica

Dei personaggi sappiamo quel che i vasi e frammenti di coccio ci dicono: spesso servi sfacciati, anziani esibizionisti, probabilmente un miles gloriosus qua e là e pochissimi volti femminili.

Nella farsa fliacica, a quanto sappiamo oggi, questi personaggi in veste di immancabili Sancho Panza ironizzano sulle tragedie classiche, con lazzi e licenze consentiti principalmente dalla salvifica lontananza dalla madrepatria.

Non mi dilungo sul significato della farsa fliacica in sé, ma mi chiedo: è possibile che, tra le tante supposizioni che si siano fatte circa il contenuto della Commedia Aristotelica, manchi anche un riferimento alla parodia?

Ovviamente intendo “parodia” in senso moderno.

Una parodia antica

Mi spiego: com’è possibile che la vena parodistica innata in tutte le società verso i grandi e i potenti non sia quasi presente nell’immagine della Grecia classica che ci viene consegnata dalle scuole?
È davvero possibile che in questo popolo apollineo non covasse, sotterraneo, qualche senso di dissacrazione che non riguardasse il dissacrabile – cioè gli esclusi della società – ma investisse invece il proibito, il sacro?

Lo chiedo ingenuamente, e se qualcuno ha informazioni in merito sono ben lieto di integrarle alla mia riflessione!

In ogni caso, la farsa fliacica è un granello di qualcosa di noto in un mondo antico che abbiamo imparato a studiare come diverso.

Forse, in realtà, non eravamo poi così distanti.