Ho ritrovato recentemente un documento di Lawrence H. Summers di cui avevo parlato lo scorso anno in questo articolo. Credo che ancora oggi sia di fondamentale importanza l’istruzione per un Paese che punta a investimenti e sviluppo economico.

Nell’articolo Summers sosteneva che:

negli ultimi decenni, compresi: gli sviluppi tecnologici, la globalizzazione e il commercio elettronico, hanno indebolito la capacità di guadagno di coloro che godono di bassi livelli di competenze, in particolare di coloro che non possiedono la laurea.

Investimenti e sviluppo culturali ed economici arrivano con l’istruzione?

Oltre ai salari e all’uguaglianza economica di cui parlava Summers, non è possibile fermarsi alla sola laurea. Le competenze richieste oggi vanno decisamente oltre.

Quando ero io il giovane studente Paolo Giorgio Bassi, parliamo di fine anni ’60, non c’era bisogno di una laurea per lavorare. C’era tuttavia bisogno di menti aperte per formare una nuova classe dirigente. Un bisogno che non è cambiato, ma si è evoluto.

Certamente l’Università di fine anni ’60 e inizio ’70 offriva un movimento studentesco capace di infiammare la curiosità dei giovani e spingerli a formarsi ed esplorare nuove materie di studio. Era un movimento reale e connesso a livello internazionale, tutto ciò nonostante l’assenza dei social network e internet. Non so se formarsi in giro per l’Europa fosse più semplice allora. Non c’erano le borse Erasmus o programmi simili, ma viaggiare era possibile con piccoli fondi e le possibilità di finanziarsi con lavori occasionali erano diffuse.

Ho parlato brevemente del mio caso personale con Laura Gherardi e come ho detto a lei, credo che oltre alla laurea, sia necessaria una curiosità diffusa per una crescita delle competenze personali. Questa è la reale necessità di una società che punta a investimenti e sviluppo culturali oltre che economici.

Servono alti livelli di competenze, collegati a una laurea, ma non solo. Competenze che passino per una reale e fruttuosa curiosità personale. Dal mio vissuto non credo emerga altro se non la necessità di persone con una mente aperta e un’ottima formazione, che non si limiti alla sterile lettura di un’interpretazione, di un solo libro o di un solo autore. Servono capacità critiche supportate da una competenza che sia in grado di spaziare fra diversi campi della cultura umana.

Senza fermarsi ai casi di successo altrui, ogni epoca e ogni campo hanno particolarità differenti, esattamente come me e voi.

Il segreto del successo non esiste, né per una persona, né per un Paese. Meglio studiare, approfondire ciò che ci interessa e allargare sempre i nostri orizzonti, esplorando ben oltre il nostro lavoro quotidiano. Una popolazione curiosa è una popolazione che può andare oltre la sua posizione attuale. Quale presupposto migliore per aumentare la prospettiva di investimenti e sviluppo nel proprio Paese?