Basta solo nominare Say A Little Prayer per sentire immediatamente il motivetto che risuona nella nostra mente. Come spesso accade per i brani iper-famosi, cade nell’oblio il nome del compositore, e si ignora spesso che abbia composto molte altre sigle e colonne sonore, ma anche semplici canzoni, tutte altrettanto di successo. Burt Bacharach si è spento in questi giorni a Los Angeles, lasciandoci orfani di un grandissimo compositore.

Chi era Burt Bacharach

Oltre a Say a Little Pray abbiamo Raindrops Keep Falling On My Head, What’s New Pussycat? di Tom Jones, The Look of Love di Dusty Springfield, Make It Easy on Yourself dei the Walker Brothers. 

Viene nominato spesso come caposaldo per la formazione del genere dell’easy listening, l’ascolto “facile” che negli anni Sessanta ha dato forma a un serie di colonne sonore, canzoni pop e tormentoni di varia entità.

Tuttavia, come Rossini insegna, comporre musica che sia lieve all’ascolto è tutt’altro che facile.

Inoltre, Bacharach ha nella sua firma stilistica moltissimo jazz.

Chi l’ha studiato parla di oltre 500 canzoni: una vena creativa inesauribile, in barba a chi sostiene che la creatività artistica si prerogativa giovanile e inscindibile dai fasti del corpo e dello spirito che contraddistinguono i vent’anni.

Io credo che Bucharach possa essere assurto a esempio del fatto che un professionista è tale a tutte le età.

Uno che ha lavorato con Cole Porter, Gershwin, Marlene Dietrich, Hal David, non sfuma la propria capacità creativa solo perché le idee sono carenti.

La sindrome del foglio bianco non l’aveva sicuramente riguardato, soprattutto quando nel ‘61 iniziò il suo sodalizio artistico con Dionne Warwick e Hal David, con cui già il nostro lavorava spesso. 

Ironia e umiltà

Non è facile mantenere quella spolverata di umiltà che rende più gradevoli ai critici pop e istituzionali. Eppure, Bacharach ci era riuscito. Il suo stile informale e molto statunitense si concretizza nella partecipazione al film Austin Powers di Mike Myers, dove Bacharach interpreta sé stesso.

La storia di Bacharach

Questa autoironia ha contribuito a renderlo benvoluto nel suo ambiente e ben accetto nel circolo esclusivista della musica statunitense.

Lui, che aveva studiato al conservatorio di Montreal, New York e California, poteva comunque apprezzare Dizzie Gillespie senza risultare un traditore del classico.

Inizia la carriera musicale accompagnando al piano Vic Damone, gli Ames Brothers, Paula Stewart, Marlene Dietrich.

Fu Raindrops Keep Falling on My Head a portarlo alla fama, con il film Butch Cassidy and the Sundance Kid  che conquistò un Grammy e un Oscar come migliore colonna sonora originale.