Nelle opere di Joyce si celebra molto spesso il graduale sviluppo della sintassi inglese dall’inglese antico, con la sua allitterazione e l’ordine variabile delle parole, che si trasforma gradualmente nell’inglese del XIX secolo, quando il modello di ordine delle parole Soggetto-Verbo-Oggetto era ormai da tempo dominante.
Francese o irlandese? Hiberno-English!
Per riprendere ciò che dice Seamus Deane, è così che “i romani” (cioè gli inglesi) hanno sviluppato la loro lingua, adattandosi alla sintassi del francese antico e razionalizzando l’ordine delle parole man mano che il sistema inflessionale dell’anglosassone crollava.
Non c’è stata alcuna influenza da parte della lingua irlandese e quindi è stato lasciato agli irlandesi il compito di adattare la loro lingua, che era ed è sostanzialmente diversa dall’inglese per quanto riguarda l’idioma, la struttura verbale e la sintassi, a tale lingua e, così facendo, formare l’Hiberno-English (anche detto “inglese-irlandese).
Come si nota leggendo l’irlandese di Joyce, Stephen fu fatto sentire molto insicuro nel suo uso dell’inglese. È ovvio che non intendeva sovvertire l’inglese imponendo modelli tratti dalle sue esperienze linguistiche di irlandese. Al contrario, sembra che non gli fosse venuto in mente che il suo inglese fosse così diverso dall’inglese standard, e ora dovremmo esaminare le implicazioni di questo fatto.
Sulla base delle sue ricerche sulle sopravvivenze scritte dell’Hiberno-English del XVII secolo, Alan Bliss sostiene che “il tipo di inglese che si radicò in Irlanda era sub-standard e probabilmente dialettale”. Se questo è corretto, come è probabile, l’Hiberno-English è nelle sue origini molto lontano da quello che allora era considerato “Standard English” (presumibilmente la lingua usata a corte e nell’università).