Nulla di meglio di un Barbiere di Siviglia in streaming, per il prossimo mercoledì 25 novembre. Come ho raccontato nello scorso post, il Rossini Opera Festival quest’anno ha deciso di spostare la sua programmazione online, e di renderla fruibile a tutti gratuitamente.

Un breve ripasso del Barbiere di Siviglia

Manifesti, musica a tema suonata dagli altoparlanti dei concerti, musicisti di strada… Tutte queste manifestazioni artistiche che avevamo imparato ad associare alla festa, all’aspettativa e alla fruizione dal vivo del teatro sono venute meno.

Questo è il principale motivo per cui negli ultimi giorni mi sono messo a leggere alcuni contenuti sul Barbiere di Siviglia, sulla sua creazione e sulle difficoltà che Rossini ebbe inizialmente per farlo rappresentare.

Un breve ripasso non può che partire dalla trama: un giovane uomo e una giovane donna (conte d’Almaviva e Rosina) si amano di nascosto. Lui, perché è un nobile en travesti probabilmente avvezzo alle passioni e avventure galanti.

Lei per un motivo meno psicologico e più contingente: è tenuta rinchiusa in casa dal perfido e anziano tutore, Bartolo. Galeotto per la relazione dei due sarà Figaro, il barbiere e factotum della città.

Non di nobili natali, ma ricco d’inventiva, Figaro in realtà è un problem solver solo a parole, e crea più confusione che risoluzioni.

Un po’ di cronistoria

Il Barbiere di Siviglia si basa sul libretto di Cesare Sterbini, tratto dalla prima opera della trilogia teatrale omonima di Beaumarchais, la stessa fonte delle precenti Nozze di Figaro mozartiane.

Interessante notare come anche il maestro Paisiello abbia scritto un’opera tratta da Beumarchais, e per tal motivo alla prima rappresentazione del Barbiere al Teatro Argentina di Roma (nel 1816) una claque rovinò quasi completamente la rappresentazione.

Ma lo spettacolo si riprese ben presto, diventando l’unico e solo Barbiere. Prima di concludere questo breve ripasso, una menzione a una straordinaria edizione, quella di Claudio Abbado del 1972, con Hermann Prey, Teresa Berganza, Luigi Alva e Enzo D’Ara.