Mai sentito parlare del fenomeno del self-publishing?

Forse sì, quando abbiamo studiato La Coscienza di Zeno, manoscritto che Italo Svevo pubblicò a sue spese. Oggi però il self publishing ha assunto contorni sempre più ampi e, lasciatemelo dire, sregolati.

Dopo aver letto una notizia dell’Ansa sull’istituzione di un premio letterario per gli ebook auto-pubblicati su Amazon, mi sono incuriosito e ho fatto caso a questa nicchia prima a me completamente sconosciuta.

Ho trovato ho ginepraio.

Pubblicare su Amazon

Innanzi tutto, mi sono fatto spiegare come si pubblica su Amazon. Il processo è in apparenza semplicissimo, e – cosa che mi ha più colpito – a costo zero. In buona sostanza, io potrei decidere di scrivere un memoir sulla mia vita, anche di dubbia qualità letteraria. Lo scrivo banalmente in 40 pagine di Word. A questo punto scarico dal sito di Amazon un apposito programma, a quanto pare molto intuitivo, che mi consente di caricare questo testo in un formato adatto a diventare ebook. Posso pagare delle maestranze per farlo al mio posto, chiaramente, come in ogni ambito del sapere e della tecnica umana, ma posso anche non farlo.

Successivamente, lo carico tramite questo software su Amazon stesso. 

Aggiungo un titolo, una descrizione, un prezzo (una percentuale di questo prezzo viene automaticamente indirizzata sulla carta di credito dello “scrittore”).

Ed è fatta.

Pubblicare un libro oggi vs in passato

È ciclopica la differenza tra una pubblicazione così e quella del passato. Innanzi tutto, Svevo pubblicò a sue spese, ovvero fece un investimento per stampare l’oggetto fisico delle prime copie. Su Amazon invece non serve nemmeno l’investimento iniziale: ogni copia viene stampata su richiesta, in puro stile di toyotismo, ovvero di ordine di produzione, e di conseguenza di stampa. Mi sfugge ancora come questo processo possa risultare conveniente, ma il funzionamento tecnologico dei tipi è chiaramente diverso da quello dell’editoria tradizionale, per cui conviene stampare una certa quantità di copie.

Quindi, oltre al processo creativo diverso, c’è anche una tecnologia radicalmente differente, in grado di rendere più accessibile il processo. 

Ma siamo sicuri che anche il processo creativo stesso non sia più accessibile? Sembra insolito, perché ognuno può mettersi allo scrittorio e produrre un’opera creativa e non, anche con risultati passabili.

Vedrò di approfondire questo spunto più avanti.