A Milano è in corso un’ inchiesta che vedrà sul banco degli imputati una delle piaghe della nostra società: lo spreco. Questa e altre tematiche legate al cibo, continuando il legame di Expo 2015, verranno affrontate al “Food City”, una serie di eventi e appuntamenti che si sta svolgendo proprio in questi giorni.

Lo spreco si presenta a noi nelle forme più diverse e lo ritengo un vero segno di inciviltà, basti pensare alle due forme a noi più vicine, lo spreco alimentare e lo spreco delle risorse ambientali e culturali.

In più di un articolo ho sottolineato quanto importante e fondamentale sia proteggere il nostro territorio dal punto di vista ambientale, siamo ospiti operosi su questo meraviglioso pianeta, capace di offrirci così tanto. I paesaggi, il mare, il cambio delle stagioni, tutto ha un equilibrio così sottile che spetta a noi preservarlo, prendercene cura.

Il medesimo problema affligge il nostro patrimonio artistico e lo spreco colpevole di cui è vittima. Troppe volte diamo per scontato il capitale culturale che ci circonda, troppe volte siamo abituati a credere che si tratti di beni durevoli e che non necessitino di manutenzioni continuative nel tempo. Nulla di più deleterio per tutto quello che invece dovrebbe essere curato e conservato. Ancora prima di parlare di investimenti e sviluppo, ancor prima di parlare di fondi, deve nascere una vera coscienza dentro ognuno di noi, che ci renda responsabili del campo artistico e culturale che ci circonda. Senza questo non credo che capiremo fino in fondo quanto vale il patrimonio di cui siamo custodi.

Un’ inchiesta che dovrebbe generare consapevolezza

La cultura del cibo che si sta cercando di esaltare in questi giorni nella capitale economica italiana, passa anche per la conoscenza di cosa sia lo spreco alimentare. Ormai è innegabile che la cultura del cibo abbia subito un profondo mutamento, sia per quanto riguarda i cibi stessi che abbiamo sulle nostre tavole, sia per quanto riguarda il riciclo degli avanzi. Forse oggi, in cui è così semplice poter mangiare arance anche in agosto, in cui abbiamo una così vasta scelta di preparati, in un mondo di ipermercati aperti tutti i giorni, ci siamo dimenticati cosa sia il cibo veramente. Pochi hanno il tempo di curare una piantina di pomodori nella stagione giusta, vederla crescere per poi raccoglierne i frutti una volta maturi. Personalmente credo che dovremmo tutti fare un passo indietro, riavvicinarci alla natura e ritrovare il rispetto per le cose che ci circondano.