Il reato di trafugazione delle opere d’arte non è l’unico modo in cui i capolavori artistici italiani arrivano all’estero. Questo pregiudizio purtroppo è ben radicato nella nostra cultura e vista la nostra storia è anche comprensibile. Effettivamente siamo il paese con il maggior numero di reperti archeologici e artistici al mondo, molti sono stati rubati su commissione, altri durante le guerre, gran parte delle opere tuttavia sono state legalmente vendute, donate o semplicemente finite all’estero con i loro legittimi proprietari, che hanno cambiato residenza nel corso dei secoli, portando con loro le collezioni d’arte di proprietà della famiglia.
Recentemente ho visto Il Parnaso del Mantegna al Louvre di Parigi e mi sono sentito orgoglioso delle meraviglia prodotte dagli italiani nella storia. Il Mantegna è uno dei grandi maestri dell’umanesimo che forse più di altri rappresenta questa diffusione estera delle proprie opere.
Non è reato trovare opere italiane all’estero: l’esempio del Mantegna
Parlavo de “Il Parnaso”, di fronte alla magnifica scena mitologica di “Atena scaccia i Vizi dal giardino delle Virtù”, che con la “Madonna della Vittoria”, la “Crocifissione” e il “San Sebastiano” è esposto al Louvre di Parigi. La capitale francese ospita anche il drammatico “Ecce Homo”, la città di Tours “Orazione nell’orto” e “Resurrezione”. Molte altre sono le opere passate alle isole britanniche, dalla National Gallery di Londra, a quella di Dublino. Per non parlare dell’enorme corpus di opere mantegnesco presente in Germania, a Vienna, a Copenhagen e a Madrid. Insomma, in Europa il Mantegna è estremamente apprezzato e ammirato dai turisti che, come ho recentemente affermato, sono di fondamentale importanza per la diffusione della memoria storico-artistica. Ho recentemente scoperto che donazioni e acquisizioni importanti delle opere del Maestro, sono presenti anche nel continente americano: a New York, Washington, Malibu, Princeton e Cincinnati con opere realizzate anche nella fase più avanzata della sua carriera, come la “Giuditta”, realizzata in monocromi e grisailles. Anche opere del giovane Mantegna sono esportate a ammirate in tutto il mondo grazie alle esposizioni internazionali e ad acquisizioni come quella del giovanile “San Gerolamo” da parte del Museo de Arte di San Paolo, in Brasile.
Un esempio di esportazione della bellezza prodotta nel nostro paese, che indipendentemente dall’attuale residenza, parlerà sempre la nostra lingua.