Anni 50 e 60, gli anni del boom, anni in cui l’economia e la crescita del nostro Paese erano esponenziali.

Ci stavamo riprendendo dalla guerra, rincorrendo il nostro sogno americano in Italia. Erano gli anni in cui si poteva leggere sul Corriere della Sera “Londra giudica spettacolare il boom economico italiano“. Erano anni in cui molti altri rotocalchi stavano raggiungendo tirature mai viste prima. Il mondo stava diventando patinato, con discussioni sui divi della televisione, notizie di politica, arte, economia, intrattenimento, ecc. Le pubblicità e la crescita economica stavano portando nuovi beni nelle case degli italiani. Come gli elettrodomestici, un miraggio di cui si sentiva parlare soltanto dai parenti emigrati negli Stati Uniti durante la guerra.

La Milano dell’economia in continua crescita

Milano è strettamente legata a quegli anni, è cresciuta a livello di lavoro, popolazione e importanza. Nel contesto italiano si preparava a diventare veramente la capitale economica italiana. Senza dimenticare l’impulso moderno impresso all’arte e alla comunicazione dell’epoca.

Ho ricordi d’infanzia legati a quella Milano, quella dell’economia in perenne ascesa, quella dei nuovi milanesi, del completamento del Duomo con le nuove porte bronzee e dei primi restauri. Passeggiavo con la mia famiglia d’origine in quella Milano e non la scorderò mai. Per questo ho apprezzato l’intento del Museo del Novecento, di proporre una mostra su quegli anni, dal titolo “Boom 60!”.

Boom 60!

Pittura, scultura, filmati e grafica per ricalcare la comunicazione di massa degli anni 50 e 60 in Italia. Anni di un boom demografico, dell’economia e dei consumi, ma anche delle riviste. La mostra Boom 60! cerca di esplorare l’arte moderna attraverso la lente dei settimanali e dei mensili dell’epoca, specchio di una cultura e di un costume diffuso, che non ha sempre reagito positivamente. Fra ironia e critiche, il percorso dell’arte moderna è stato reso molto reale e ben contestualizzato dai curatori della mostra.

Ho ritrovato con un sorriso alcuni commenti di grandi firme giornalistiche del passato, ma oltre alla percezione dell’arte, c’è molto di più.

L’importanza di queste esposizioni va oltre all’obiettivo del curatore. Ogni mostra legata così strettamente a un periodo storico, ne restituisce la dimensione. Fra caratteristiche, ricordi e suggestioni, regala un lato positivo ed emotivo che va ben oltre il solo aspetto economico di quegli anni tanto preziosi per il nostro Paese.