Fino almeno alla battaglia di Carre del 53 a.C., Roma rimase imbattuta sul campo di battaglia. Il timore dell’esercito cartaginese le aveva imposto di sorvegliare attentamente le proprie strategie militari, adattandole di volta in volta alle diverse situazioni che le si ponevano di fronte.

I diversi tipi di legione

Mentre nell’Oriente ellenistico abbiamo la legione manipolare, nell’Occidente iberico si presenta di più quella coortale, costituita come dice il nome dalle coorti. La coorte diventerà successivamente la base delle legioni, visto che gli eserciti che Roma si troverà a affrontare saranno sempre più somiglianti a quelli iberici, e sempre meno a Cartagine e Macedonia. Il genio romano consistette comunque nell’adeguare continuamente anche la tecnologia militare, di modo che non risultasse mai vetusta.

Mario e i Celti

Un esempio cardine è come si comportò Gaio Mario in Gallia. Non solo cercò di mantenersi su formazioni chiuse, come la coorte, ma anche migliorò l’esercitazione concentrandola sulla formazione individuale del miles. Ma anche lo stesso pilum, il giavellotto, fu modificato in modo da assecondare le nuove esigenze di questo particolarissimo nemico.

Le modifiche al giavellotto e la versatilità dei Romani

Venne infatti rimossa la ghiera in legno poco al di sopra dell’impugnatura, cosa che rese il pilum più leggero. Dopo il lancio, l’arma era inutilizzabile. Il primo dei chiodi che fissavano l’asta alla punta in ferro venne sostituito da un rivetto di legno che si spezzava all’impatto con un ostacolo. Così la lancia ruotava sull’altro perno, rendendosi molto più difficile da estrarre, ovunque essa fosse.