Non è così semplice stabilire se sia tatticamente superiore la falange macedone, oppure la legione romana. Però il sistematico riprodursi di errori tattici molto gravi, nella storia delle battaglie che la vedono coinvolta, fa sì che la domanda sulla presunta superiorità della falange sia in realtà superata dalla considerazione che sì, è importante l’efficacia di un corpo d’armata, però lo è solo in relazione alla capacità strategica del dux e al resto dei corpi d’armata

Conta chi vince

Alla fine, conta la formazione che fa vincere le guerre. E la falange macedone, almeno fino a prima della Roma imperiale, non vince. Se ci pensiamo, i pezeteri avevano capacità di combattimento individuale necessariamente inferiori ai ben addestrati legionari. Quindi, una volta che la falange era sciolta, non c’era più nessuna speranza di vittoria.

La bella morte

Inoltre, l’ideale che ancora i falangiti conservavano in battaglia era quella della bella morte. I legionari viceversa erano addestrati non nell’amore individuale bensì in quello, molto più collettivizzante, della Repubblica, della grande Roma. Va da sé che gli squarci inferti dal gladio romano non dovevano risultare psicologicamente soddisfacenti per i pezeteri, che probabilmente avrebbero gradito di più una rapida lancia nel costato.

La mancanza di varietà della falange

Un aspetto è interessante: la mancanza di varietà negli eserciti che si trovavano a sfidare i macedoni aveva fatto sì che i reparti di cavalleria da abbinare alla falange fossero nettamente calati durante gli anni. Se Alessandro Magno manteneva un rapporto di 1 a 2 (falangiti, cavalieri), negli anni questo rapporto si era nettamente evoluto a sfavore dei cavalieri.

Esercito difensivo o offensivo

L’idea originale era quella di un esercito difensivo, almeno nell’interesse di Alessandro Magno. Invece i successivi comandanti non hanno voluto mantenere la carica difensiva e si sono mantenuti sull’offensivo. E’ probabilmente questa la ragione intrinseca per la quale la falange, alla fine, ha dovuto soccombere come metodo privilegiato degli eserciti.