Cosa si cela dietro l’arte visionaria di Matt Lamb? Perché lo scultore a un certo punto della propria carriera ha deciso di buttare alle ortiche la propria carriera imprenditoriale e di iniziare come una fenice un nuovo percorso umano e artistico?

La storia di Matt Lamb

Matt Lamb nasce a Chicago nel 1932 da una famiglia di origini irlandesi. Lavora come imprenditore fino all’età di 51 anni, dopodiché decide di lasciare la carriera e dedicarsi al mondo della creazione artistica: può sembrare una nota biografica di poco interesse, ma se ricordiamo che Lamb condusse un grande franchising di pompe funebri a Chicago, non possiamo non fare un collegamento con gli spiritelli che continuamente compaiono nelle sue opere artistiche come evidenti presagi di morte. 

Nella pittura di Lamb abbiamo qualcosa del visionismo di Chagall, ma anche un certo impegno sociale del cubismo più duro. Le sue tele ci mettono anche mesi interi per asciugarsi e per consentire ai materiali di depositarsi e aggregarsi in nuove forme e consistenze.

L’impegno sociale

Per quanto riguarda il suo impegno sociale, non si sbagli pensando che Lamb lo veicolasse solo nelle proprie opere. Famosa è la sua iniziativa Umbrellas for Peace, che ha visto partecipi i bambini di diverse scuole nel mondo. Inoltre, insieme alla sua famiglia, Lamb organizza diversi convegni che parlano di pace nel mondo e di ecumenismo religioso.

Il tema religioso evidentemente gli sta a cuore: si intravede spesso nelle sue opere, soprattutto nelle sagome di simil presepi o di Cristi morti, oppure si evince della sua forte tensione verso l’alto in molteplici casi. 

In realtà è difficile intuire realmente che siano i protagonisti delle sue opere, perché molte di esse non sono titolate. 

La tecnica

I preziosismi tecnici e cromatici accompagnano comunque tutta la produzione artistica di Lamb, che sia figurativa, astratta o semi-astratta.

Un autore non facile da capire, ma che vale la pena vedere dal vivo per una potenza evocativa abbinata a un candore nell’esposizione unico,  mutuato dall’espressionismo ma superato dialetticamente in una decisamente maggiore armonia cromatica.