La nostra lingua dà forma al nostro pensiero, o vale al contrario? La filosofia greca classica e quella medievale danno secondo me le risposte più acute al problema, anche se penso che sia l’antropologia la vera chiave di volta che ci consente una risposta più documentata.

Detto ciò, vorrei partire dal titolo: cos’è la processazione del linguaggio naturale?
Perché è così importante per la definizione dei confini tra pensiero e parola?

Come funziona?

È un argomento che mi dà tante soddisfazioni, ultimamente, e vorrei condividere qualcosa con voi, umilmente e senza pretese scientifiche.

Chiedo ai tecnici in sala di non giudicarmi, anche se cercherò di essere accurato, epr quanto la mia formazione me lo consenta.

Cos’è la processazione del linguaggio naturale

Il Natural Language Processing (Elaborazione del Linguaggio Naturale) è un campo interdisciplinare che combina la linguistica computazionale, l’intelligenza artificiale e l’informatica per consentire alle macchine di comprendere, interpretare e generare il linguaggio umano in modo naturale. L’obiettivo principale del NLP è creare sistemi che possano comunicare con gli esseri umani in modo efficace e significativo.

Mette radici negli anni ’50, ma è negli ultimi decenni che ha fatto progressi significativi grazie ai miglioramenti nella capacità di calcolo dei computer e alla disponibilità di grandi quantità di dati testuali. Inizialmente, il NLP si concentrava sulla traduzione automatica, ma si è poi evoluto per affrontare altre sfide come l’elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale e la comprensione del linguaggio umano.

Il funzionamento tecnico parte ovviamente da una base di analisi grammaticale e logica, in cui la linguistica computazionale ha un ruolo fondamentale, come anche l’apprendimento supervisionato (machine learning, lo chiamano oggi).

Ma vedremo nelle prossime puntate come riesce tecnicamente una macchina a parlare, leggere e scrivere “come noi”.