Oggi vorrei condividere con voi il mio apprezzamento per un figura di intellettuale che oltre ad avere un grande pregio per conto proprio, riceve anche numerose attribuzioni indebite.

Si tratta di Brecht, di cui abbiamo già parlato per “Ci sarà pure un giudice a Berlino”.

Si dà il caso che all’intellettuale e drammaturgo tedesco sia stata attribuita anche un’altra celebre frase.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.

Una frase celebre da molti attribuita al drammaturgo tedesco. Peccato che Brecht non la pronunciò mai. Sebbene il suo pensiero fosse in linea con concetti di questo genere, e quindi con la lotta alla discriminazione e al monopolio dell’opinione, la frase è da attribuire al reverendo Martin Niemoller, che finì in campo di concentramento a Dachau per aver recitato un sermone anti nazista.

Sopravvisse al campo, e continuò le sue predicazioni pacifiste anche dopo la guerra.

In realtà nella versione che ho riportato sopra si parla di zingari, ebrei, omosessuali e comunisti,   mentre in altre versioni si citano sindacalisti, socialisti, cattolici. 

Al cambiare delle categorie, però, il concetto rimane lo stesso.

Perché Brecht riceve così tante attribuzioni?

Forse in futuro ne vedremo insieme qualche altra, ma per ora siamo già a due frasi famosissime, erroneamente attribute a Brecht.

Forse il fatto che abbia espresso dei concetti ad alto impatto socio-politico lo rende preda appetibile per le attribuzioni?

Magari è lo stesso motivo per cui ricevono la paternità di aforismi improbabili Osho, Jim Morrison e Oscar Wilde.

Chissà!