In ossequio agli anni nei quali operavano, i Radicali italiani sono un movimento architettonico sperimentale che ha prodotto innumerevoli bozzetti teorici, ma mai nessun edificio.

Provo a collegare questa nozione con il fatto che a Dubai abbia finalmente inaugurato il Dubai Frame, aperto dal primo gennaio 2018. Incredibile come il tempismo della mia decisione di occuparmi per qualche post degli Emirati abbia coinciso con questo progetto, del quale ero a conoscenza da tempo, ma che non consideravo come realizzabile, almeno finché i grossi investimenti dal sapore avveniristico lì intorno ne hanno fatto sospettare l’effettiva realizzazione.

Non mi soffermo sul contenuto del Dubai Frame, una “cornice” gigantesca nei pressi dell’American Hospital di Dubai, ai margini della città.

All’interno del Dubai Frame vi sono locali visitabili e allestiti a museo

Brevemente, si visiterà la Dubai del passato, del presente e del futuro, in linea con le tendenze autocelebrative che l’architettura del luogo va assumendo, delle quali la cosiddetta città della cultura non è che un’ennesima riconferma.

Ma fuori, cos’è la cornice? Vista dalla strada, si spalanca su un paesaggio che è urbano e desertico. Nella già vista commistione di elementi urbani ultramoderni e larghi spazi inutilizzati.

L’idea sembra essere quella di molti resort nelle vicinanze: la cornice consente di vedere “attraverso”, quindi di citare continuamente la città, in un sistema di specchi/riferimenti che è semioticamente rilevante.

L’auto-referenzialità, per una città di recente affermazione e che ha bisogno di conferme politiche, non è un’inezia. Citare la propria storia e mitizzarla è quanto accomuna la nascita di più o meno tutte le città degli stati-nazione occidentali. La celebrazione della propria storia, dei propri costumi, del sovrano… Non è la vocazione del Pantheon di Parigi, ad esempio, la cui visita si conclude con una diretta dal Parlamento francese?

Qui però, come accadeva per il movimento dei Radicali italiani, sta succedendo qualcos’altro. E’ la sussistenza stessa della città, la chiave di volta della cornice. Così, i Radicali sperimentavano forme architettoniche conosciute in paesaggi eteronomi, in lande surrealiste nelle quali si collocavano elementi noti.

Lasciando la parte il motivo dell’autocelebrazione, quindi: il Dubai Frame è una chiave di volta, un mito fondativo nel deserto.