All’ombra del Covid-19, inizia la Milano Fashion Week 2020. Il nastro è stato tagliato ieri (22 settembre) in Rinascente a Milano, con l’annuncio di numerosi eventi live, ma anche tanti in digitale.

Carlo Capasa, presidente della Camera della moda italiana, ha esordito parlando dell’importanza di quella che è la seconda industria italiana.

Nelle fasi iniziali della pandemia, la moda ha contribuito alla produzione e distribuzione di mascherine, e ha cercato di supportare in diversi modi le strutture pubbliche colpite dall’emergenza.

Al momento, sottolinea Capasa, la moda italiana copre il 41% del mercato della moda europeo. È quindi il caso di iniziare a aiutare questo settore a riprendersi dalla batosta del lockdown e post lockdown.

Si parla espressamente di “convivere con il virus” e di non rinchiudersi in casa. A mio parere, il messaggio tra le righe è: un secondo lockdown non lo possiamo accettare.

 Oggi stesso inizieranno le sfilate fisiche, con presenze perlopiù italiane, ma anche di qualcuno oltralpe: i russi hanno ottenuto un permesso speciale di 120 ore dal concolato italiano, unicamente per l’evento.

Abbiamo iniziato con le passerelle di Dolce e Gabbana, Alberta Ferretti, Fendi, N21 e Blumarine.

Orchestrate dal direttore creativo Nicola Brognano, volto nuovo ma esperienza consolidata.

Prada ha presentato la prima collezione firmata dai due stilisti Miuccia Prada e Raf Simons, completamente online.

I numeri online lasciano ben sperare, tanto che Ansa pronostica 20 milioni di utenti per questa edizione, dopo i 16 di luglio.

Non è necessario fare previsioni precise, però i numeri per ora sembrano rincuoranti.